Celebrazioni 79° anniversario della Liberazione.

24 aprile 2024 - Amministrazione

La Cerimonia si è tenuta con un giorno di anticipo per permettere la presenza e la collaborazione delle scuole Medie di Courmayeur (3A e 3B) e una nutrita rappresentanza del Liceo Linguistico di Courmayeur - Gallery foto e letture.

Celebrazioni della Liberazione - 2024

Con un giorno di anticipo rispetto al 25 aprile, il Comune di Courmayeur in collaborazione con l’A.N.P.I Valle d’Aosta e con l’Associazione nazionale alpini - Gruppo di Courmayeur, ha organizzato mercoledì 24 APRILE 2024, alle ore 10.00 presso il Monumento alla Liberazione, le celebrazioni per il 79° anniversario della Liberazione. 

All'appuntamento hanno preso parte due classi delle scuole Medie di Courmayeur (3A e 3B) e una nutrita rappresentanza del Liceo Linguistico di Courmayeur. 

A seguire, davanti al Parco della Rimembranza  si è svolta l’inaugurazione della targa realizzata in collaborazione con il CELVA  per celebrare i 100 anni dalla fondazione dell’Associazione nazionale Alpini - Sezione valdostana.

A seguire la Gallery fotografica di questa bella giornata. 

Le letture effettuate dai giovani alunni delle classi 3A e 3B in collaborazione con A.N.P.I Valle d’Aosta:

1) Negli anni venti, la famiglia Zanella emigrò dal Veneto a Courmayeur per lavorare: chi come falegname nella ditta Pontal, chi come balia da latte presso una famiglia nobile. Nel 1944, uno dei figli, Giovanni Zanella, aveva 17 anni e si unì ai partigiani. Il 2 ottobre, si trovava al Rifugio Torino, con cinque Maquis di Chamonix e il partigiano, già professore di lettere, Luciano Maggiora. Un nucleo tedesco era salito al Colle del Gigante all’alba, per prendersi quel Rifugio. Spararono uccidendo tre Maquis. Maggiora, piuttosto che arrendersi, preferì lanciarsi nel vuoto. Giovanni fu invece catturato. Per i partigiani italiani  era semplicemente Giovanni, per i maquis di Chamonix “Petit Jean". Quando, i tedeschi scesero a Courmayeur, radunarono la popolazione e chiesero se qualcuno conoscesse il prigioniero "Petit Jean" e tutti risposero di “no”, compresa la sua famiglia. Il parroco aveva avvisato tutti che se si fosse saputo che era di Courmayeur, lui sarebbe stato fucilato immediatamente e ci sarebbero state delle persecuzioni, soprattutto verso la sua famiglia. Il 10 novembre 1944, Zanella entrava nel campo di prigionia di Spandau, in Germania, da dove riuscì a fuggire per ritornare, tra mille difficoltà, a Courmayeur.

2) Nel 1938, il regime fascista di Mussolini adotta le leggi razziali. Inizia così il periodo della “persecuzione dei diritti degli ebrei”, con divieti e segregazione, a cui dal’8 settembre 1943 subentra il periodo della “persecuzione delle vite degli ebrei", con la deportazione, l'internamento e lo sterminio.
In questo contesto, una famiglia piemontese, con un bambino di 7 anni, cerca la salvezza in Svizzera attraverso il Col Ferret. La neve e i controlli polizieschi impediscono la fuga.
Bussano allora alla porta del parroco di Courmayeur: Don Cirillo Perron. Il prete ha una proposta per salvare almeno il bambino: fingere che il piccolo Giulio sia un suo nipote convalescente, a cui i medici hanno consigliato l’aria di montagna. Per 2 anni, fino al 25 aprile 1945, Giulio dovrà chiamare zio uno sconosciuto, nascondere la verità e imparare persino alcune parole di patois. Il rischio di essere scoperti era grande - per i collaborazionisti con i nazi fascisti c'era un ricco premio in denaro - e avrebbe comportato la morte di entrambi.
Anche grazie alla silenziosa complicità di molti abitanti del paese, dopo la liberazione Giulio poté riabbracciare la propria famiglia. Anche questo atto di disobbedienza e umanità fu Resistenza.
Per questo atto, Don Cirillo Perron è stato riconosciuto il titolo di «Giusto tra le Nazioni».

3) Nel 1944, Roma è stata liberata, ma la guerra infuria ancora. Sandro Pertini è il segretario del Partito Socialista per tutta l'ltalia occupata dai nazi – fascisti. Membro del Comitato di Liberazione Alta Italia, vuole raggiungere l'Italia del Nord per contribuire alla Resistenza.
Gli vengono così forniti documenti falsi e con un volo aereo viene trasferito da Napoli a Lione, poi a Digione e infine a Chamonix, già liberata dal Maquis.
Il percorso di rientro in Italia è previsto attraverso il Monte Bianco.
L'azione si svolge dal 15 al 17 ottobre 1944. Nevica. Pertini non ha esperienza di montagna, ma pur di ricongiungersi con gli altri partigiani impegnati nella lotta di liberazione, dichiara alle guide francesi che ha fatto tante altre volte i 4.000 metri. In realtà, la prima volta che mette le ciaspole cade a testa in giù.
Il gruppo di Pertini, composto da Cerilo Spinelli (fratello di Altiero) e 2 telegrafisti, viene guidato in territorio nemico dai maquis francesi, tra cui il futuro campione di sci ed olimpionico Émile Allais.
Utilizzando una teleferica per le merci, arrivano fino all'Aiguille du Midi, da lì con le racchette da neve fino al Colle del Gigante e al Rifugio Torino, attraversando di notte i crepacci della Mer de Glace.
Proseguono, quindi, alla capanna del Mulet e poi più giù al rifugio del Pavillon e da qui ai boschi di Entrèves, dove li attendono finalmente i partigiani valdostani.
Francis Salluard, Ettore Guichardaz, Michele Retegno, Laurent Chabloz, Pascal Levi, Paolo Thomasset, Mario Puchoz e Alice Chenal hanno come missione condurre il "partigiano Sandro" da Courmayeur fino alla zona liberata della Repubblica partigiana di Cogne, consentendogli così di raggiungere Torino e da lì Milano. Se scoperti, sarebbero stati fucilati.
Fu anche grazie a questi Courmayeureins che Alessandro Pertini, detto Sandro, raggiunse i suoi compagni di lotta, dando un contributo fondamentale alla liberazione dell'intero Paese.
Nel 1978, venne eletto settimo Presidente della Repubblica italiana.
Chiudiamo con una sua frase: "Le democrazie a menti superficiali possono apparire disordinate; le dittature invece appaiono ordinate; nessuna protesta, nessun clamore da esse si leva: ma è l’ordine delle galere, il silenzio dei cimiteri. No, alla più perfetta delle dittature io preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie".

Celebrazioni della Liberazione - 2024
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